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Il coraggio di amare

20 Maggio 2023

Oggi voglio portare una riflessione sul coraggio di amare.

Osservando i vari commenti che si trovano regolarmente sui social, di qualunque natura sia l’argomento, percepisco questo bisogno di giudicare senza conoscere e senza approfondire l’intento dell’altro.

Mi sono chiesta cosa c’è dietro a questo bisogno di giudizio e di affermazione del proprio pensiero, e sento che manca l’apertura ad accogliere diversità.

Nella mia riflessione, ho pensato che questo nasce dalla mancanza di coraggio nell’essere aperti ad amare gli altri esattamente per quello che sono.

Se vogliamo andare indietro nel tempo, possiamo osservare come i grandi maestri, come Gesù, Budda e altri ancora, che sono stati confinati poi in religioni che si combattono fra loro, possiamo forse trovare alcune risposte, e queste risposte stanno dentro al significato profondo dell’Amore.

I grandi maestri hanno cercato nei secoli di portare un senso di amore allargato, che presuppone la capacità di amare anche il tuo nemico, essendo consapevole della sua difficoltà ad amare sè stesso e dell’incapacità di conseguenza di allargare questo amore verso gli altri.

Qui stiamo parlando di un livello che io personalmente non ho la presunzione di aver conquistato.

Anzi quando sento un giudizio o un pregiudizio, a volte scatta in me una parte istintiva, di natura animale, che mi spinge ad essere reattiva ed a combattere chi non è in grado di accogliere la mia diversità, ma poi capisco che non è quello che serve.

Altre persone hanno un modo diverso di reagire, che può esprimersi come sconforto, chiusura, o ancora scappare e cercare conferma di sé in un ambiente di comfort riconosciuto amichevole, quell’ambiente che ci dà ragione.

Nel nostro percorso di vita è certamente importante non andare a cercare continue sfide, trovare invece ambienti in grado di accoglierci, l’importante è che questo non ci chiuda dentro al nostro piccolo recinto, apparentemente confortevole, che inizialmente ci dà ragione a 360 gradi, ma che nel tempo potrebbe diventare la nostra prigione.

Perchè dico prigione?

Perché non concediamo più a noi stessi di confrontarci con il mondo e di prendere semplicemente il nostro spazio vitale, a volte addirittura finiamo per creare una famiglia che, nel piccolo, ci porta comunque a giudicarci a vicenda, ma che poi finiamo per accettare dandogli il nome amore.

Torniamo quindi sempre sullo stesso quesito, cioè quanto sto bene con me stesso, quanto so amare me stesso?

Quanto il confronto con gli altri diventa un importante stimolo di crescita, e non una rinuncia all’espressione dei miei talenti migliori, pensando di non essere abbastanza?

Riflettevo su una mia esperienza vissuta tanti anni fa.

Ero una ragazza molto giovane e avevo il sogno di sposarmi con il mio fidanzato.

Ero una ragazza sensibile e delicata e facilmente entravo in empatia con i bambini. Un bimbo di 10 anni mi disse che da grande mi avrebbe sposata, ed io spontaneamente risposi che non era possibile, perchè stavo già sposando un’altra persona, la sua risposta, molto vera e molto pulita, fu che non c’era nessun problema, anche lui mi avrebbe sposato perché mi amava. In lui non era ancora nato il senso di separazione.

Allora potevo intuire ma non comprendere il significato di questa cosa.

Oggi riconosco la grande importanza, perché l’amore non è chiuso in una scatola, non toglie nulla agli altri, ma può essere espresso in mille forme e questo lo possiamo vedere ogni giorno in tanti ambiti e con tante persone che sono vicini a noi.

Allora mi chiedo e vi chiedo, potete riconoscere dentro di voi questa capacità di amare più persone, bambini, anziani, fratelli, è reale che tutte queste persone possono stare dentro al vostro cuore?

Dunque cos’è che ci impedisce, con altre persone che amiamo, con cui abbiamo creato un’amicizia profonda, di amarle anche attraverso la sessualità?

Con onestà, profondità, con la condivisione totale e l’accettazione di tutte le persone coinvolte.

Semplicemente con il coraggio di amare e mettersi in gioco, senza sotterfugi e senza la necessità di giudicare gli altri o noi stessi.

Quello che noto nel giudizio delle persone, non è l’incapacità di comprendere che si possano amare molte persone, ma l’incapacità di riconoscere la possibilità di costruire dei rapporti profondi, esprimendo con alcune persone anche la sessualità.

E questo mi porta a riflettere sul fatto che per amare, e amare davvero, serve un grande coraggio.

Serve uscire dalla paura di essere giudicati, dalle insicurezze che sono dentro di noi, e che ci fanno temere di perdere qualcosa nel momento in cui condividiamo i sentimenti, quelli che per noi hanno maggior valore.
Così come condividere gli oggetti che ci appartengono, fino alla convinzione estrema, in certi casi, di fare diventare la persona che amiamo un oggetto di nostra proprietà, fino ad usare la stessa logica con i figli.

Molti maestri hanno provato nel tempo a portare questo messaggio di Amore molto più ampio di quello che noi culturalmente siamo stati educati a contenere, e molti ancora ci proveranno.

Al di là che si parli di sessualità, o di fratellanza, o di sostegno dei talenti altrui, il messaggio sta semplicemente nella capacità di imparare ad amare gli altri senza discriminazione.

E’ interessante la frase “Ama il prossimo tuo come te stesso”, perché se ci pensate il punto sta proprio qui, nel coraggio di amare davvero.

Ed io ti faccio una domanda:

Onestamente quanta capacità e coraggio hai di amare te stesso, per espandere poi questo amore verso gli altri?

Se ti fa piacere puoi aggiungere le tue riflessioni nei commenti, sono felice di sentire la tua visione su quanto portato attraverso queste semplici parole.


Murena

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